Le “trappole” comportamentali: come catturare l’attenzione e il coinvolgimento dei ragazzi difficili
La “trappola” comportamentale è uno strumento di intervento educativo, che aiuta il genitore, l’insegnante o il tutor, a coinvolgere i ragazzi e gli alunni difficili, facendo leva sui loro interessi.
Il termine “trappola” venne coniato dagli studiosi D. M. Baer e M.M.Wolf, ed usato per descrivere come le contingenze naturali operino di rinforzo per promuovere e mantenere miglioramenti comportamentali.
La creazione e l’uso di una “trappola” comportamentale richiedono 5 fasi:
- Identificare la preda = decidere quali abilità, scolastiche, sociali, di relazione, si intendo no sviluppare
- Trovare un’esca efficace = quali interessi prevalenti dei ragazzi utilizzare
- Tendere la “trappola” = renderla disponibile, raggiungibile e “sulla strada” dei ragazzi
- Mantenere efficace la “trappola” = è importante non abusarne, bensì aspettarsi ed apprezzare anche piccoli risultati, andando per gradi
- Valutare la “preda” = verificare se le abilità dei ragazzi denotano miglioramenti significativi: se si dimostra inefficace, occorre capirne le ragioni e modificarla e/ o sostituirla
Alcune “trappole” efficaci
- Eroi = utili per l’educazione linguistica, per la matematica e le altre materie in genere
- “Manie” = utili per l’educazione linguistica, per la matematica e le altre materie in genere
- Club = utili per le abilità sociali, attraverso giochi, cucina, modellismo, sport…
- Risorse della scuola e della Comunità = la banda o il coro, vita sociale in aula, servizi resi alla comunità
- Riconversione di comportamenti inadeguati = attraverso aeroplanini di carta, scrittura e lettura di bigliettini, chiacchiere…